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STORIA DOMINICANA

L'alcazar di Cristoforo ColomboPrima che Cristoforo Colombo arrivasse sulle coste dell'isola il 5 dicembre 1492, una razza indigena sconosciuta chiamata tainos che vuole dire in lingua arawaca buono o nobile, abitavano questa isola dall'anno 800 A.C.

Si organizzavano in unità tribali, dedicati ad una vita sedentaria semplice e ricca in tradizioni religiose ed agricole, l'espressione della loro cultura in questa isola era la più ricca dell'area dei Caraibi.

Ma nei cinquant'anni di colonizzazione spagnola i 300.000 Tainos (che nella lingua arawak significa buono o nobile), indios che costituivano la popolazione indigena, morirono a seguito delle malattie portate dall'Europa, per le quali non avevano alcuna immunità ereditaria, o furono massacrati, il che limitò l'impatto di questa cultura indigena su quella dominicana attuale sebbene le manifestazioni della loro cultura erano delle più ricche nell'area dei Caraibi.

Furono i marinai lasciati da Cristoforo Colombo, nel corso della prima spedizione nei 1492, a fondare La Navidad, il primo insediamento europeo nelle Americhe. L'isola Spagnola fu la prima colonia europea nel Nuovo Mondo e nella sua capitale Santo Domingo, chiamata Città Primada di America, nacquero le prime istituzioni culturali e sociali coloniali, si costruirono le prime fortezze, le prime chiese e la prima cattedrale, il primo ospedale, i primi monumenti e la prima università.

Fino a finali del secolo XVI l'isola Spagnola fu fonte di grandi benefici grazie alle sue ricchezze minerarie ed a le piantagioni zuccheriere. Tuttavia, le miniere aurifere si esaurirono, originandosi un'onda migratoria che diminuì considerevolmente la popolazione della colonia. Bucanieri francesi che utilizzavano l'isola come ponte di contrabbando sfruttarono questa circostanza e si impadronirono della parte occidentale dove fondarono la colonia di Saint Domingue, basata nello sfruttamento di piantagioni con schiavi africani.

Questo cambiamento nel sistema economico rappresentò una variazione nei quadri sociali dell'isola, dovuto fondamentalmente all'arrivo degli schiavi con una fusione culturale che si manifestò immediatamente con la nascita di gruppi etnici differenti: mulatti, zambi, neri ladini ed i meticci, predominanti in America Latina fino ai nostri giorni.

Con il trattato di Ryswick, nel 1697, la Spagna riconobbe alla Francia l'occupazione di fatto della parte occidentale dell'isola (oggi Haiti). Nascono così due nazioni condividendo una stessa isola, la parte occidentale colonizzata dai francesi, la parte orientale colonizzata dagli spagnoli. Nel 1795, durante la rivoluzione haitiana, la Spagna cedette la colonia di Santo Domingo alla Francia. Toussaint Louverture invade nel 1801 la parte orientale dell'isola e la Francia risponde nel 1802 inviando Leclerc, cognato di Napoleone, al comando di un poderoso esercito per reclamare il territorio. I francesi governarono Santo Domingo durante sei anni fino a quando ne sono espulsi da parte di un gruppo di dominicani che, sotto il comando di Juan Sanchez Ramírez, rincorpora la parte orientale al dominio della Spagna.

L'1 gennaio 1804 la parte occidentale proclamò la sua indipendenza creando la Repubblica del Haiti. Nel 1821, i dominicani ottengono un'indipendenza effimera, la quale si vide rotta quando nel 1822 gli haitiani presero il completo controllo dell'isola per 22 anni. Nel 1844 la Repubblica Dominicana si liberò dalla dominazione haitiana sconfitti da patrioti dominicani agli ordini di Juan Pablo Duate, proclamando lo Stato Indipendente. Dopo la cosiddetta Guerra della Restaurazione (1861-1863) Spagna riprese Santo Domingo. Il Paese conquistò infine l'indipendenza definitiva nel 1865.

Nei successivi cinquant'anni ci furono 28 rivoluzioni e 35 Governi, finché gli Stati Uniti occuparono la Repubblica dal 1916 al 1924 per garantire il pagamento dei debiti con banche statunitensi ed europee. Nel 1930, il dittatore Rafael Leónidas Trujillo ascese al potere, che detenne in maniera inflessibile fino alla sua esecuzione nel 1961.

Seguirono alla morte di Trujillo tempi di turbolenza. Juan Bosch fu scelto presidente nel 1962 ma fu abbattuto da un colpo di stato militare. Si succedettero una serie di governi provvisori di breve durata fino a che si tentò la rivoluzione. Nel 1965 il Presidente Lyndon Johnson inviò i marinai americani per fermare i combattimenti ma soprattutto per evitare che sorgesse un'altra Cuba. Si celebrarono elezioni nel 1966 essendo scelto Joaquín Balaguer chi aveva svolto diverse posizioni durante l'era di Trujillo. Balaguer fu rieletto nel 1970 e 1974. Nel 1978, Antonio Guzmán dell'oppositore Partito Rivoluzionario Dominicano, vinse le elezioni, e ci fu transizione di comando.

Nel 1982, Salvador Jorge Blanco, anche del PRD fu scelto. Joaquín Balaguer fu scelto per un stretto margine nel 1982 per un quarto periodo. Nelle elezioni di 1990 Balaguer trionfa nuovamente sul suo eterno rivale politico Juan Bosch.

Nelle elezioni del maggio 1994, Balaguer fu dichiarato vincitore per un margine molto stretto su José Francisco Peña Gómez del PRD e Juan Bosch rimase in un lontano terzo posto. Numerose accuse per irregolarità ebbero come conseguenza un emendamento costituzionale che ridusse a due anni il periodo costituzionale di Balaguer. Come risultato, si celebrarono nuove elezioni nel maggio 1996, le quali furono vinte da Leonel Fernàndez Reyna alto dirigente del Partito della Liberazione Dominicana (PLD).

Il Partito Rivoluzionario Dominicano risultava vincitore anche alle elezioni del maggio 2000, formando un governo presieduto da Rafael Hipólito Mejía Domínguez. Benché avesse più volte smentito la possibilità di una propria ricandidatura, il presidente Mejía si è ripresentato alle elezioni del maggio 2004 ed è stato sconfitto (33,65%) da Leonel Antonio Fernández Reyna (57,11%), già presidente nel quadrienno 1996-2000.