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Tuttavia lo sfruttamento delle risorse minerarie è sempre stato il fattore basilare dell'economia della Bolivia; zinco, piombo, tungsteno, antimonio e sopratutto stagno, cui si sono aggiunti in tempi moderni il petrolio e i gas naturali. L'industria manifatturiera è scarsamente sviluppata, tanto che le voci principali dell'esportazione rimangono proprio i minerali. Purtroppo gli sforzi del governo una vasta economia illegale si è sviluppata intorno alla coltivazione della coca. La cocaina copre i due terzi delle esportazioni del Paese e il traffico della droga ha conquistato un'enorme importanza sia sulla vita economica sia su quella politica. Nonostante, secondo una stima della Banca Centrale della Bolivia, mentre in America Latina per tutto il 2002 l'attività economica ha conosciuto una fase di recessione, in Bolivia tutto questo non è accaduto. Sebbene ci sono molti fattori non proprio positivi l'economia boliviana ha conosciuto una crescita. Nulla di paragonabile con l'incremento registrato dal 1993 al 1998 ben più alta. Nella seconda metà del 2002 due fattori concomitanti, la moderata accentuazione della domanda interna e la maggiore quotazione della moneta bolivia e cilena, hanno determinato un rincaro dei prezzi. L'inflazione ha toccato quota 2,45%. L'aumento della spesa corrente tra investimenti pubblici e riforma delle pensioni ha accentuato il disavanzo pubblico. Stando alle previsioni, l'economia boliviana si svilupperà ad un tasso di crescita del 3% mentre quello di inflazione non dovrebbe superare il 2,8%. Sotto l'aspetto fiscale la Bolivia ha raggiunto un accordo con il Fondo Monetario Internazionale con l'obiettivo di rafforzare il sistema finanziario e garantirne la sostenibilità. La Banca Centrale si è assunta l'impegno di assicurare la stabilità finanziaria mettendo mano alle riserve internazionali. |