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JUANES

JUANES

Juanes, Juan Esteban Aristizabal, nacque a Medellín, Colombia.

All'età di sette anni, Juanes impara a suonare chitarra da suo padre ed dai fratelli più grandi. Juanes si innamora dello strumento e si immerge nell'imparare i suoni latini e tradizionali di bolero, tanghi, cumbias, e musica popolare colombiana come vallenato e guasca. Da lì in poi una chitarra raramente è fuori portata dalle sue braccia - anche quando dovette spendere tempo in agenzia di prestiti su pegno per permettersi delle chitarre. Oggi, lasciati quei giorni, il suo naturale talento per lo strumento l'ha condotto ad essere l'unico artista latino sponsorizzato da FENDER.

Durante i suoi anni in Colombia, Juanes esperimentò direttamente con la violenza il dolore di perdite personali, come l'esecuzione di un cugino eseguita dai suoi sequestratori (anche dopo che il riscatto era stato pagato) e l'assassinio di un amico del cuore in un club notturno da pistoleri. Il suo dolore si accrebbe quando perse anche suo padre da cancro.

All'età di 14 anni (come molti ragazzi adolescenti fanno), Juanes scoprì la musica Metal. Come conseguenza, Juanes adattò rapidamente la sua chitarra per suonarla secondo la sua band favorita e divenne un membro fondatore della band rock/metal colombiana Ekhymosis (Contusione).

Lungo 11 anni, Ekhymosis fece sette album e divenne molto popolare in tutta la Colombia. Dopodiché, avendo superato il suo desiderio di suonare solo Metal, Juanes decisi di partire sciogliendo il gruppo nel 1999.

Con non più che la sua chitarra e una cassetta demo delle sue canzoni in tasca Juanes si trasferì a Los Angeles per cominciare ad intraprendere da solista una carriera musicale.

La demo di Juanes fa strada fino il famoso produttore alternativo latino, Gustavo Santaolalla, che rapidamente riconosce il naturale talento del cantante-compositore colombiano e firma Juanes per la sua etichetta Surco.

2000- Juanes e Santaolalla formano una naturale associazione artistica iniziando la creazione ad arte dell'album di esordio dell'artista. Un Juanes estremamente prolifico compositore spende per mesi quasi ogni momento nello studio lavorando in dozzine di potenziali canzoni. Avendo trovato il perfetto complemento musicale con Santaolalla, Juanes trova il perfetto partner musicale sotto l'ala del manager di musica latina (anche lui colombiano) Fernan Martínez che aveva già gestito la meteorica ascesa di Enrique Iglesias.

L'album di esordio di Juanes "Fijate bien" (Guarda bene) è rilasciato da Surco/Universal Latino il 17 ottobre 2000. Musicalmente, fonde il gran lavoro di chitarra di Juanes con i multipli stili di ritmi latini della sua nativa Colombia, mentre inserisce una lirica introspettiva esaminando la violenza, la coscienza sociale e la perdita di alcuni amori, Fijate Bien è ovviamente una pietra miliare per la crescita del genere alternativo latino. Se il titolo dell'album è un chiaro messaggio di dover guardare bene la terra minata in ogni passo nella sua terra natia, altri messaggi sono portati in altri singoli come "Nada" (Niente) o "Podemos hacernos daño" (Possiamo farci male), le metafore liriche attraverso l'album segnalano l'esordio di non solo un musicista immensamente di talento ma pure un poeta sociale latino rock.

Dopo la pubblicazione dell'album, Juanes si concentra inizialmente nella sua promozione in tutta l'America Latina per costruire un pubblico per l'album. In Colombia, rimane per dieci settimane come il No. 1. Di conseguenza, mentre la comunità latina negli Stati Uniti scopre l'album attraverso il passa parola, per il gran pubblico latino l'album rimane un tesoro nascosto.

2001 - A metà anno, il duro lavoro e la strategia in America Latina paga, Juanes sfonda il mondo della musica latina quando riceve senza precedenti sette nominazioni per i Premi Grammy Latini. Il 30 Ottobre, Juanes vinse tre premi Grammy Latini incluso quello del Migliore Nuovo Artista dell'Anno.

Per il suo secondo album "Un día normal" (Un giorno normale) continua a sorprendere in tutto. Forma, colore e contenuto sorprendono in ogni nota e in ogni linea e non ammettono comparazioni. Juanes riuscì a superare il successo del suo primo album senza voler competere con nessuno e molto meno con se stesso. Entrando nel trance del compositore senza altre pressioni che il motivo della sua vita, fare musica.

Fece la musica, nessuno sa, come, ne dove, perché sembrava che ci fossero molti Juanes intorno vedendo la mole di lavoro che svolgeva contemporaneamente. Ma Juanes l'artista rubava tempo a Juanes il personaggio e così tra albergo e albergo, per strada e sull'aereo scriveva canzoni o pezzi di canzoni. Iniziava a volte con una melodia, a volte con una frase, a volte con un paragrafo o un coro e a volte canzoni intere da un solo colpo, come se stesse posseduto, ubbidendo a ordini da quelli angeli o demoni che lo controllavano dentro.

Juanes torna a scavare nelle arche del folclore colombiano per strappare gli ingredienti di "Un día normal", lì trova i ritmi delle cumbie, porros, salsa, bambucos, vallenatos e musica guasca o di carrilera che va montando in una base molto solida e originale di Rock per presentare alla fine 11 temi originali e il suo primo remake (La noche - La notte) del leggendario Joe Arroyo. Un grande lavoro di fusione di ritmi differenti e apparentementi incoerenti che danno unità a questo nuovo album.

La musica è l'amica dell'allegria e la compagna della tristezza, "Un día normal" ne è la prova perché uscì dall'interno dell'artista, che convertì le sue emozioni in un album indimenticabile.

Prima parte tradotta dalla biografia del sito juanes.net/un_dia_normal/ing/homeing.htm e seconda parte tradotta dalla biografia del sito www.publispain.com/juanes/biografia.htm.