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L'OPINIONE

   

Como es triste sentirse extranjeros

No. 213 - 16 Junio 2018

 

Com'è triste sentirsi stranieri

No. 213 - 16 Giugno 2018

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En las estaciones somos todos de pasaje. Esta es la razón por la cual el "espíritu del tiempo" a menudo es fotografiado en las estaciones. Las voces de los chicos africanos aquí cruzan el espacio a pleno sol entre las vías. El pequeño grupo a mi lado los mira con molestia. La frase de Salvini, "ahora veamos cuántas personas lograremos expulsar ...", llega a tiempo, pero no entiendo si es más escéptica u hostil. En el clima dominical de la estación de Gallarate, los viajeros a mi lado, personas vestidas con ropa adecuada para un viaje al lago en el que participa un perrito, se lamentan de nuevo. Ahora protestan porque el cambio de vía se ha anunciado solo unos minutos antes que el tren llegue con un poco de retardo. Un vendedor de rosas paquistaní pide confirmación a la mujer pro Salvini, que ahora responde sin ningún rastro de molestia. Quizás la sensación que todos vivimos en un país donde nada funciona prevalece, si bien esa irritación es excesiva. Llegamos tranquilamente a la plataforma antes que el tren se acerque al semáforo.

Justo aquí en la estación, me sentí como una extranjera. Yo alemana, de origen polaco. Estaba discutiendo con mi madre que quería esperar a que la lluvia se desvaneciera, mientras yo, empapada y resfriada, no veía la hora de tomar una ducha. Al sentir nuestros gritos, se acerca una mujer, según ella, informante de la policía, que llama a los carabineros. Declaró que la anciana, mi madre, había sido maltratada por su cuidadora. Mi madre, en su inseguro italiano que logra articular, en su agitación, testifica que no la he golpeado y llorando repite que yo soy su hija. Mientras tanto, se me ordena no acercarme y mostrar los documentos. A pesar de nuestros apellidos idénticos y nuestra nacionalidad alemana (pero solo yo tenía una tarjeta de identidad emitida por la Ciudad de Gallarate), mi madre es acompañada por los carabineros en auto mientras tengo que ir a casa bajo el el diluvio.

En ese momento comprendí que, a pesar del italiano sin acento, los documentos inequívocos siempre pueden ser discriminados si, en base a elementos como la apariencia física y la vestimenta, un "verdadero italiano", una"verdadera italiana" decide denunciarte. Si no hubiera sido por mi madre a quien la denuncia y los hombres uniformados habían revivido el trauma del sobreviviente de Auschwitz, la habría demandado.

Esto sucedió hace ocho años. Mientras tanto, a nivel regional, los billetes para personas con piel clara a menudo ni siquiera se controlan, mientras que los pasajeros no europeos experimentan una obstinación rutinaria. ¡Así que me pregunto, qué peligroso será no tener el aspecto, el nombre, los papeles de los "verdaderos italianos" a partir de ahora!

¿Cuánta distancia de seguridad reinará entre el racismo atmosférico al que el resultado de las elecciones ha dado licencia para desahogarse y un verdadero y propio clima de persecución? Italia, que nunca ha sido un país altamente racista, ha experimentado, todavía, varias oleadas. Primero, el racismo interno contra los "terrones", luego contra los "eslavos" y los albaneses, finalmente los africanos y extraeuropeos pobres. Hoy, sin embargo, el rencor, la desilusión y la ausencia de futuro son tan fuertes que el resentimiento contra los "negros" podría no ser absorbido con la lentitud fisiológica de otros tiempos. El nuevo gobierno necesita de pararrayos extranjeros, incluso si son los compañeros de nuestros hijos que no conocen ningún otro país, excepto Italia.

 

Nelle stazioni siamo tutti di passaggio. Per questo nelle stazioni spesso si fotografa lo "spirito del tempo". Le voci dei ragazzi africani, qui, attraversano lo spazio in pieno sole tra i binari. II gruppetto accanto a me li guarda con fastidio. La frase su Salvini, «ora vediamo quanti ríuscírà a ríspedirne...», arriva puntualmente, ma non capisco se sia piú scettica o ostile. Nel pígro clima domenicale della stazíone di Gallarate, i viaggiatori al mio fianco - persone vestite con gli abiti adatti a una gita al lago a cui partecipa anche un cagnolino - sono passati a nuove lamentele. Ora contestano che il cambio di binario e stato annunciato a pochi minuti da quando dovrebbe arrivar il treno lievemente in ritardo. Un venditore di rose pachistano chiede conferma alla donna pro-Salvini che ora risponde senza traccia di fastidio. Forse prevale il sentimento che viviamo tutti in un paese dove niente funziona, anche se pure quell'irritazione è eccessiva. Raggiungiamo tranquillamente il binario prima che il treno si affacci al semaforo.

Proprio qui, in questa stazione, mi e capitato di sentirmi straniera. Io tedesca, di origine polacca. Stavo litigando con mia madre che voleva aspettare che la pioggia si affievolisse, mentre io, fradicia e raffreddata, non vedevo l'ora di farmi una doccia. Sentendo le nostre urla, si avicina una donna, a suo dire informatrice delle forze dell'ordine, che chiama i carabinieri. Dichiarando che la signora anziana, mia madre, era stata maltrattata dalla badante. Mia madre, nell'italiano vacillante che riesce ad articolare nel suo sconvolgimento, testimonia che non l'ho picchiata e piangendo ripete che sono sua figlía. Intanto mi viene ordinato di non avvicinarmi e di esibire i documenti. Nonostante i nostri cognomí identici e la nostra nazionalíta tedesca (ma solo io avevo una carta d'identitá rilasciata dal Comune di Gallarate), mia madre viene accompagnata in auto dai carabinieri mentre io devo tornare a casa sotto il diluvio.

In quel momento ho capito che, malgrado l'italiano senza accento e i documenti inequivocabili si può sempre essere discriminati, se, basandosi su elementi come l'aspetto fisico e l'abbigliamento, un "vero italíano", una "vera italiana" decide di denunciarti. Non fosse stato per mia madre a cui l'insieme di denuncia e uomini in uniforme aveva riattivato il trauma di sopravvissuta ad Auschwítz, le avrei fatto causa.

Questo e accaduto otto anni fa. Nel frattempo, sui regionali i biglietti di chi ha la pelle chiara non vengono spesso nemmeno controllati, mentre i passeggeri extraeuropei sperimentano un accanimento routinario. Mi chiedo quindi quanto sarà pericoloso non avere l'aspetto, il nome, le carte dei "veri italiani", d'ora in avanti!

Quanta distanza di sicurezza rímarrà tra il razzismo atmosferico cui l'esíto delle elezioni ha conferito licenza di sfogarsi e un clima persecutorio vero e proprio? L'Italia, che un paese fortemente razzista non lo e mai stato, ne ha tuttavia sperimentato diverse ondate. Prima il razzismo interno contro i "terroni", poi contro "slavi" e albanesi, infine africani e extraeuropei poveri. Oggi pero il rancore, la disillusione, l'assenza di futuro sono talmente forti che il risentimento contro i "negri" potrebbe non assorbirsi più nella lenta maniera fisiologica delle altre volte. II nuovo governo ha bísogno degli stranieri parafulmine, anche se sono i compagni dei nostri figli che non conoscono nessun altro paese se non l'Italia.


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