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Famoso senatore durante il regime di Juan Vicente Gómez, si trasferì negli Stati Uniti e poi in Spagna dove iniziò la sua produzione letteraria, in opposizione al governo autoritario di Gómez. Gallegos ritornò in Venezuela nel 1936 ed intervenne nella creazione del partito Azione Democratica, che lo nominò candidato alla presidenza della repubblica in 1947. Scelto per maggioranza assoluta, esercitò il suo mandato fino a novembre di 1948, mese in cui fu destituito con un colpo di stato militare. Si esiliò allora in Messico e poi in Cuba, per poi tornare nel suo paese d'origine alla caduta del dittatore Marcos Pérez Jiménez. La carriera letteraria di Gallegos iniziò nel 1909, anno in cui collaborò alla fondazione della rivista "L'alba". Partecipò inizialmente al movimento modernista e pubblicò i suoi primi racconti in Lo zoppo istruito. La sua prima opera fu Gli avventurieri (1913), una raccolta di racconti. A questa seguirono L'ultimo cortile (1920), La ribellione (1922) e Gli immigranti (1922). Nel 1929 pubblicò Doña Bárbara, romanzo che consacrò Gallegos come scrittore e che costituirebbe la sua più diffusa creazione. Di struttura complessa, nell'opera si riuscì un'azzeccata caratterizzazione dei personaggi, introdotti in un ambiente teso e violento con frequenti riferimenti alla mitologia indigena. Posteriormente, apparvero Cantaclaro (1934) e Canaima (1935), nella quale descrisse le abitudini ed i conflitti sociali della vita nelle pianure venezuelane. Rómulo Gallegos morì a Caracas il 4 aprile 1969. |