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MARIA VARGAS LLOSA

MARIO VARGAS LLOSAMario Vargas Llosa, romanziere, drammaturgo e saggista peruviano, nacque ad Arequipa il 28 marzo 1936. Cresciuto in Bolivia fino ai dieci anni, torna a vivere in Perú dopo la riconciliazione dei genitori. Nonostante, il suo rapporto con il padre è molto difficile e finisce in un collegio militare. è così che nasce la sua passione per la letteratura che diventa evasione durante i suoi anni universitari. è autore di molti libri di cui possiamo menzionare: La verità delle menzogne, La guerra della fine del mondo, I capi, I cuccioli, Il pece nel acqua, La città dei cani, la più popolare delle sue opere, di grande successo in Europa ma praticamente bandita in Perú dopo la sua uscita ma questo successo gli valse nel 1962 il Premio Biblioteca Breve convertendosi nel giovane più rappresentante del boom latinoamericano, Conversazione nella cattedrale, La casa verde, ecc.

A diciannove anni sposa la zia acquisita dalla quale divorzia nel 1964 e si sposa con la cugina Patricia Llosa. La sua opera si compone, nel suo complesso, non solo di romanzi. Fin dall'inizio l'autore è stato sensibile al richiamo di altre forme letterarie: il cinema, il teatro, la saggistica e gli articoli socio-politici su quotidiani.

Ha ricevuto molti premi letterari ed onorificenze tra cui: Premio Nazionale di Romanzo del Perú, Premio Ritz Parigi Hemingway, Premio Principe di Asturias, ecc. e nel marzo 1994 viene nominato membro della "Real Academia Española de la Lengua".

Pur se residente in Europa, nel 1990 ha concorso alle elezioni presidenziali in Perú, che sono state poi vinte da Alberto Fujimori.

Nel 1996 è tra i membri-fondatori della Fondazione Hispano Cubana, un organismo che si propone di mantenere, rafforzare e sviluppare i vincoli che da oltre 500 anni esistono tra il popolo cubano ed il popolo spagnolo.

Mario Vargas Llosa, scrittore aperto a tutte le strade narrative, conoscitore della problematica del suo paese e di Latinoamerica, difensore e ammiratore di Sartre cosi tanto che i suoi amici lo soprannominarono "il piccolo valoroso Sartre", giornalista, politico ed infine scrittore.

Il suo romanzo I quaderni di don Rigoberto gira intorno di utopie intime, la sua passione per l'opera del pittore Egon Schille, l'erotismo e la maturità. Vargas Llosa manifestò che lo stile è l'anima della letteratura. L'importanza della struttura in letteratura è fondamentale, affermando che significa il punto di vista e la organizzazione del tempo. Disse anche che "la letteratura non è lo specchio della nostra vita, ci da quello che la vita reale ci nega. La letteratura manifesta il desiderio, la necessità di uscire dalla nostra situazione. Desiderare molto di più di quello che abbiamo. Questo desiderio si ricopre con vite fittizie, efimere, l'essere per altri, cambiare di pelle, di lingua, di sesso, di nazione, ecc.", e questo è quello che lui prende come pauta per realizzare le sue opere.

Dice Vargas Llosa: "La vocazione letteraria non è un passatempo, uno sport, un gioco raffinato che si pratica nei momenti di svago. è una dedizione esclusiva ed escludente, una priorità a cui non si può anteporre nulla, una servitù liberamente scelta che rende le proprie vittime (vittime felici) degli schiavi".

Il romanzo di Vargas LLosa El Chivo (2000), "Il Caprone", ovvero il dittatore per trenta anni padrone assoluto di Santo Domingo, il generalissimo Rafael Leónidas Trujillo, conferma la qualità e l'abilità di cui Vargas Llosa ha dato prova, di cogliere i momenti anche storici, come in questo caso, per i suoi romanzi.

L'ultimo libro di Vargas LLosa, La tentación de lo imposible (2005) - La tentazione dell'impossibile -, "appartiene al piccolo gruppo delle sue opere che costituiscono studi letterari o saggi su determinato titolo o autore (García Márquez, Storia di un deicidio, L'orge perpetua: Flaubert e "Madame Bovary", La verità delle bugie). L'elezione del tema - I miserabili di Victor Hugo - è piuttosto sconcertante perché si associa Vargas Llosa con la tradizione realista decimononica, con i creatori che generarono un mondo totale a partire dell'epoca e della società, tali come Dickens, Balzac, Melville, Tostoj, lontano dall arciromantica, esuberante, iperbolica personalità di Victor Hugo. In ogni caso, Vargas Llosa passa la prova, sia per la sua conoscenza dell'infinito autore galo, sia perché semplicemente non poteva, a questo punto, darsi il lusso di comporre una superficiale bozza intorno al tema che questa volta scelse." (Camilo Marks, El Mercurio, Cile)