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JOSE LEZAMA LIMA

JOSE LEZAMA LIMANacque il 19 dicembre 1910 a Campamento de Columbia, vicino a La Habana, dove suo padre era colonnello. Trasferitosi a La Habana si immatricolò alla Università nel 1929 in Leggi e partecipa ai sollevamenti studenteschi contro la dittatura di Machado. Da quest'anno fino la sua morte, visse prima con sua anziana madre e poi con sua moglie in una casa nella parte vecchia della città, tollerato a malapena dal regime, e soltanto abbandonerà l'isola durante due brevi soggiorni in Messico (1949) e Giamaica (1950).

Poeta, saggista e romanziere, dal 1944 fino il 1957 patriarca invisibile delle lettere cubane è uno degli scrittori più significativo della letteratura latinoamericana. Fondò la rivista "Verbum" e diresse "Orígenes", la più importante rivista cubana di letteratura. Obeso e asmatico dalla infanzia muore il 9 agosto 1976.

Intenditore profondo di Góngora, Platone, i poeti orfici e i filosofi gnostici, Lezama dedicò la sua vita all'amore per i libri. La sua opera è saturata di chiavi, enigmi, allusioni, parabole e allegorie che alludono a una realtà secreta, intima e allo stesso tempo, ambigua. Sviluppò un'erotica della scrittura, anticipandosi cosi alle correnti europee della stilistica strutturalista. I suoi essai sono immaginativi, poetici, aperti e costituiscono una ricreazione di testi e visioni. Promotore di riviste e cenacoli, seppe congregare attorno a sé poeti, fra altri, dell'altezza di Gastón Baquero, Cintio Vitier, Eliseo Diego, Virgilio Peñera e Octavio Smith. La sua amicizia con il poeta e sacerdote spagnolo Angel Gaztelú (1914), contrubuì alla formazione del suo mondo spirituale.

Il suo primo libro di poemi fu "Muerte de Narciso" (1937), e con esse pone il lettore di fronte a una situazione limite della realtà di cui smantellamento sorge una altra realtà artisticamente potenziata e ricostruita dentro una fascinante e barocca mitologia. Seguono, fra altre opere poetiche, tutte influenzate da uno stile ricco in metafore e pieno di distorsioni di Góngora; "Enemigo rumor" (1941), "Aventuras sigilosas" (1945), "Dador" (1960) e "Fragmentos a su imán", pubblicata dopo la sua morte nel 1977. In tutte le sue opere mostra di continuo che la poesia è avventura rischiosa.

Con il trionfo della Rivoluzione Cubana, svolse diversi incarichi relazionati con l'editoria sebbene finirebbe per isolarsi dedicandosi per intero alla sua opera letteraria fino la sua morte. Il 11 settembre 1964 muore sua madre e il poeta ne soffre moltissimo. Il 5 dicembre sposò María Luisa Bautista, la sua segretaria, seguendo il consiglio di sua madre.

Nel 1966 pubblicò il romanzo "Paradiso", dove confluisce tutta la sua traiettoria poetica di carattere barocco, simbolico e iniziatico. Il protagonista, José Cemí, rimanda di immediato all'autore nel suo divenire esterno e interno, cammino della sua conversione in poeta. La parte cubana, con le sue deformazioni verbali, svolge un compito fondamentale nella sua opera, come occorre nella sua collezione di essai "La cantidad hechizada" (1970). "Oppiano Licario" è un romanzo incompiuto apparso nel 1977 dopo la sua morte, dove sviluppa la figura del personaggio che già apparve in Paradiso e dalla quale prende il titolo. Lezama Lima ha influenzato immensamente numerosi scrittori ispanoamericani e spagnoli, alcuni dei quali arrivarono a consideralo il suo maestro, come è il caso di Severo Sarduy.

Nel 1970 appare "Poesia Completa". Nel 1972 muore sua sorella maggiore a Miami. Riceve in Spagna il premio Maldoror di poesia per Poesia Completa e, per Paradiso, in Italia, il premio alla migliore opera ispanoamericana tradotta all'italiano.


RUEDA EL CIELO

Rueda el cielo - que no concuerde
su intento y el grácil tiempo -
a recorrer la posesión del clavel
sobre la nuca más fría
de ese alto imperio de siglos.
Rueda el cielo - el aliento le corona
de agua mansa en palacios
silenciosos sobre el río -
a decir su imagen clara.
Su imagen clara.
Va el cielo a presumir -
los mastines desvelados contra el viento -
de un aroma aconsejado.
Rueda el cielo
sobre ese aroma agolpado
en las ventanas,
como una oscura potencia
desviada a nuevas tierras.
Rueda el cielo
sobre la extraña flor de este cielo,
de esta flor,
única cárcel:
corona sin ruido.