Personaggio estremamente contraddittorio,
Candido Portinari è stato ed è tutt'oggi osannato o criticato a seconda dei punti di vista.
Fu uomo del popolo, ma divenne il pittore ufficiale di un regime dittatoriale: Vargas lo
chiamò infatti a dipingere una serie di ritratti ufficiali; si professava ateo, ma passò
la sua vita a dipingere santi e angeli nelle chiese di mezzo Brasile, fra i tanti ricordiamo
gli affreschi del 1941 che ritraggono la Santa Famiglia con i volti della moglie, del padre
e dei fratelli.
Nasce il 13 dicembre 1903, vive i primi anni dell'infanzia a contatto con i contadini,
soprattutto ex schiavi di colore e immigrati italiani impiegati nella raccolta di
caffè. La loro condizione umana influenzò in maniera determinante il suo pensiero
e la sua opera.
Scopre prestissimo la sua vocazione artistica e impara il mestiere come apprendista di
restauri italiani della chiesa della sua città. Il suo talento precoce - è
appena quindicenne - spinge i genitori a mandarlo a Rio de Janeiro per frequentare
l'Accademia delle Belle Arti. Qui, nell'atmosfera culturale della grande città, il
giovane Portinari matura la sua formazione artistica e umana.
 Nel 1928 vince una borsa di studio grazie alla quale può recarsi in Europa. Il viaggio
nel Vecchio Continente gli fa scoprire i grandi maestri del rinascimento italiano e i
movimenti artistici d'avanguardia a Parigi, le due influenze che marcheranno le sue opere
fino alla fine. Assimila avidamente ogni tecnica pittorica, dall'espressionismo, al
cubismo, al modernismo, fondendoli in uno stile che in qualche modo divenne la sintesi
dell'espressione artistica brasiliana moderna, apprezzata tanto dai critici quanto dal
popolo. Dipinge furiosamente per tutta la vita, per questo la sua produzione è molto
vasta: lascia oltre 4.600 opere.
I suoi lavori sono ispirati principalmente ai temi sociali e in modo particolare alla
situazione del popolo in Brasile. Questo attaccamento alla gente del suo Paese si riscontra
sia nelle opere giovanili che in quelle della sua maturità artistica: la tragedia
della siccità nel Nord-Est del Brasile, le favelas, la fame, i lavoratori dei
campi provati dalle fatiche quotidiane, le mani ossute delle lavandaie.
Nelle sue tele, Portinari riesce a cogliere la semplice vita della gente comune,
comunicando in maniera drammatica le loro gioie e le loro sofferenze. Famosi sono il
"Mulatto" a torso nudo ritratto con lo sfondo di una piantagione di caffè, le feste
popolari come "Il ballo della fattoria", negli anni Quaranta rese omaggio alle sue
origini con la serie "Emigrantes".
Portinari è stato anche un grandissimo ritrattista, pur non amando particolarmente
questo tipo di pittura, ricordiamo, oltre i già citati ritratti che dipinse per
Vargas, quelli per i suoi amici intellettuali più famosi come Jorge Amado e Vinicius
de Moraes.
Il suo attaccamento per i temi
sociali non poteva non avere un risvolto politico. Portinari
fu dichiaratamente un uomo e un pensatore di sinistra, ma la grandezza della sua arte superò
anche qualche discriminazione: proprio il Governo brasiliano lo invitò a realizzare i
grandi dipinti dal titolo "Guerra e Pace" che da molti anni abbelliscono il Palazzo dell'ONU
a New York.
Una vita votata all'arte e alla pittura e sacrificata per essa. La sua morte fu
infatti causata da questa sua ragione di vita. Dipingendo questi capolavori si accorse
di essere intossicato dalle sostanze chimiche contenute nelle vernici. Lasciò per
qualche anno la pittura per dedicarsi al disegno, ma il suo impulso era più forte
e - nonostante il parere contrario dei medici - ricominciò con la sua grande
passione fino a trovare la morte nel 1962 mentre preparava il suo rientro in Italia.
In occasione del centenario della
sua morte è stato realizzato dalla Serie Pocket
Opera di San Paolo uno spettacolo teatrale incentrato sulla figura e sulla vita dell'artista,
lo spettacolo, che si inserisce nel più ampio Progetto Portinari, è stato
replicato per tutto il mese di novembre in tutte le maggiori città dello Stato:
Rio Preto, Santos, Araraquara, Sao Carlos, Ribeirao Preto e Santo Andrè.
Fonte: Testi, Beatrici Bacinello, Veneti nel Mondo
(Visita il sito
www.portinari.org.br)
|